giovedì 18 febbraio 2016

Disastro trasporti-Intervista a de Gregorio


REPUBBLICA NAPOLI

De Gregorio: "Dimissioni? Non ci penso Intervista a Umberto de Gregorio - "Dimettermi? Solo se vuole De Luca"



Stella Cervasio



 PRESIDENTE dell'Eav Umberto De Gregorio, ha pensato di dimettersi dopo l'ennesimo incidente, i trasporti che non vanno e il diritto alla mobilità leso per Napoli e provincia? «No». E perché, se è lecito? «Perché sono assolutamente consapevole che era una problematica enorme. Molti mi dicono che sono un folle, ma è una follia lucida. Qualora mi rendessi conto che non vi è un forte e convinto appoggio da parte della Regione, allora si, mi dimetterei. Ma non sono in questa situazione». De Gregorio non pensa alle dimissioni, neppure dopo la ramanzina di De Luca che gli ha detto di pensare ai trasporti e non alla primarie Pd. «Quella non l'ho neanche intesa come una critica, mi ha solo invitato a distinguere il piano personale dalle cose pubbliche. Io ho le mie idee e il presidente non mi ha sgridato». L’EAV ha difficoltà sul fronte Circum (la forte protesta sindacale che ha tenuto al palo in una settimana 700 mila passeggeri ) e Cumana: deragliamenti che fanno tornare indietro di 50 anni, disservizi e disagi. Sarà il caso di chiedere una misura straordinaria? «Non credo che vi siano misure straordinarie, ma straordinario impegno da parte di tutti. Il deragliamento di oggi (ieri, ndr)si aggiunge a una serie di eventi che destano profonda preoccupazione per lo stato delle reti ferroviarie Eav, che necessitano di interventi strutturali di ammodernamento e manutenzione straordinaria. Per quanto riguarda la protesta anomala in atto sulla Circum invito tutti i dipendenti e i sindacati alla massima collaborazione in un momento di grande difficoltà finanziaria e strutturale dell'azienda. È un invito al buon senso e alla responsabilità. Proprio oggi abbiamo proclamato vincitori di un concorso interno 10 nuovi capotreni. Questo ridurrà la necessità di ricorrere stabilmente allo straordinario». Non è meglio chiudere la Cumana? «La chiusura non sarebbe ben accolta, sarebbe come dire "fatevela a piedi", la Regione rinuncia. Credo invece che occorra rispondere con misure concrete per migliorare il funzionamento». I viaggiatori si sentono abbandonati e ora hanno anche paura, protestano perché la Regione non interviene. «Dobbiamo operare su tre livelli. All'interno ottimizzando le risorse e la produttività, con grande senso di responsabilità da parte di manager, dipendenti e sindacati. Con la Regione facilitando i flussi di cassa del contratto di servizio e programmando investimenti strutturali. Occorre una strategia per pagare la debitoria pregressa che ammonta ad oltre 700 milioni sulla quale occorre stimolare, insieme alla Regione, un impegno anche del governo». Una strategia più volte annunciata ma mai individuata. Quale? «L'abbiamo individuata nel 2013 ma è in corso di perfezionamento un prestito tra Regione e ministero Economia e finanze di 500 milioni da destinare al trasporto su ferro Eav». I tempi? «Non sappiamo quando incasseremo».

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