giovedì 21 gennaio 2016

Pendolaria 2015



        

Edizione del 21/01/2016

CONFERENZA A NAPOLI DOVE SOTTO ACCUSA FINISCE LA VECCHIA CIRCUMVESUVIANA

Pendolaria, Legambiente presenta il suo rapporto

NAPOLI

Legambiente presenta Pendolaria, pochi e vecchi i treni ma le tariffe aumentano. Tre milioni di persone ogni giorno in Italia utilizzano i treni per raggiungere i luoghi di lavoro o studio. Ma dalla Chiasso-Rho alla Messina-Catania-Siracusa, il viaggio è spesso da incubo: linee con pochi treni, vecchi e inadeguati, tariffe in aumento, tagli e ritardi. E nella top ten delle peggiori linee, al primo posto c'è la Roma-Lido di Ostia. A fotografare questa situazione paradossale è Pendolaria, il rapporto annuale dedicato alle linee ferroviarie italiane che Legambiente presentaoggi a Napoli con un focus dedicato all'emergenza Sud. I treni sono troppo vecchi: in Italia attualmente sono circa 3.300 quelli in servizio nelle regioni con convogli di età media pari a 18,6 anni e differenze rilevanti da regione a regione. I treni sono pochi: dal 2010 a oggi si stimano tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale. Tra il 2010 e il 2015 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 26% in Calabria, 19% in Basilicata, 15% in Campania, 12% in Sicilia. Aumenta però il costo dei biglietti con il record piemontese del +47%, mentre è stato del 41% in Liguria e del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. Manca una regia nazionale e rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% con la conseguenza che le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, hanno effettuato in larga parte dei casi tagli al servizio e aumento delle tariffe. Anno nero, il 2015, anche per la ferrovia Alifana in Campania, tra ritardi, soppressione di corse, precarietà dei mezzi privi di aria condizionata e scarso servizio di pulizi Su questa linea viaggiano ancora convogli diesel. Ma a Napoli rimane gravissima la situazion della Circumvesuviana, una delle ferrovie più colpite dai tagli degli ultimi anni, con treni fatiscenti, vagoni su cui ogn giorno viaggiano 120mila persone, treni soppressi o fermi anche un'ora alle fermate a causa di guasti e rotture. Passiamo al terzo posto della Chiasso-Rho. La linea SII, prolungata da Milano a Rho in occasione dell'Expo, vede quotidianamente l'utilizzo da parte di quasi 50.000 pendola che lamentano frequenti ritardi e tempi di percorrenza paragonabili a quelli del secolo scorso: per fare 60 chilomet si impiega oltre un'ora e mezza. Solo nel mese di settembre sono stati oltre 100 i ritardi collezionati, una media superioì ai 4 ritardi al giorno, anche nei weekend. Quarta, la Verona Rovigo. Lungo i 95 km che collegano Verona a Rovigo viaggiano mezzi lenti (55 km/h di media) e vecchi, su una linea a binario unico e dove manca ancora il completamenti dell'elettrificazione nelle tratte Isola della Scala-Cerea.

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