20 Gennaio 2016
Trasporti, un buco da 750 mln I pendolari
ROCCO
TRAISCI Studenti, impiegati, professionisti, anche qualche politico di
provincia, commercianti, rappresentanti: in una parola, i pendolari. Che sono
proprio quelli che - come un orologio a pendolo - ogni giorno vanno avanti e
indietro, sia a Napoli città (tra centro e periferie) sia nelle aree di
confine, quella vesuviana e quella flegrea. Sono loro i protagonisti di un
forum virtuale organizzato dal nostro quotidiano, che attraverso Facebook ha
posto un quesito molto semplice in rete, passando anche per gruppi di discussione
specifica come quello della Circumvesuviana, che ha migliaia di clic e di
iscritti. La domanda è stata semplice: siete soddisfatti dei trasporti campani?
Quali sono a vostro avviso i problemi - se ci sono - dei mezzi pubblici che
collegano le città? Ci hanno risposto in molti, con commenti anche pertinenti,
segno che il tema è molto sentito. D'altronde sono 42 milioni gli utenti annui
che si servono dei mezzi gestiti dalla Eav (treni circum e funicolare), oggetto
di questa piccola analisi sullo stato in cui versa la mobilità napoletana.
Purtroppo lo scenario che è venuto fuori è drammatico, anche se molte criticità
sono in via di risoluzione. Tanti i temi affrontati nel dibattito, come la
questione dei treni "soppressi" o degli "scioperi improvvisi",
posta da Salvatore Ferraro, fotoreporter napoletano che viaggia da Somma a
Portici ogni mattina: «I disagi? Chi ci rimette è solo l'utenza sia per le
manovre sbagliate della dirigenza, sia per le modalità di protesta totalmente
fuori luogo dei dipendenti. Come ad esempio la cancellazione improvvisa dei
treni che sfugge quindi alla regolamentazione e costringe gli utenti a tornare
a casa con mezzi propri senza alcun avviso vista anche la mancata presenza del
personale in tantissime stazioni». Enrico Sicignano da Scafati invece pone
l'accento sulla nascita del consorzio unico: «Prima con i soldi del biglietto o
l'abbonamento pagavi direttamente la Circumvesuviana, (o la Sepsa o la Sita)
ora i soldi vanno prima in Regione che li spartisce tra le varie aziende di
trasporto partecipate». Andrea Chiariello viaggia tutte le mattine da
Castellammare ad Aversa, passando per Napoli: «Treno 7.40 da Via Nocera a
Castellammare di Stabia. Strapieno e arriva sempre in forte ritardo. Prendo il
treno da Napoli alle 8.48 per Aversa, spesso capita addirittura di perderlo.
Prima c'erano altri 2 treni FS che potevo prendere da Napoli ad Aversa erano
alle 9.04 e 9.10 ma con l'orario invernale sono stati cancellati, quindi se
perdo il treno delle 8.48 devo aspettare quasi un'ora in stazione!». Emanuela
Boccarusso arriva invece da Sarno: «Tratta Sarno-Napoli, ormai le corse sono
ogni ora ed è quindi sempre strapieno, in particolar modo negli orari di punta
inoltre parte spesso il treno nuovo quindi più piccolo. Di conseguenza nei treni
si viaggia ammassati e, a parer mio, violando ogni norma sulla sicurezza dei
viaggiatori!» Raffaele Guido è un macchinista della Circum, che chiarisce una
serie di questioni legata all'organizzazione delle corse: «È impossibile
organizzare il servizio anche mezz'ora prima, per colpa dell'insufficienza
numerica e fatiscenza manutentiva in cui versa il materiale rotabile. Detto in
parole povere: il dirigente che dispone le partenze non può prevedere che il
materiale rotabile che torna dalla precedente corsa sia riutilizzabile per
quella successiva. In quanto alla disorganizzazione amministrativa che ha
causato l'insufficienza numerica e manutentiva che subiamo noi come lavoratori
e voi come viaggiatori, ebbene, mi avvalgo della facoltà di non rispondere,
perché nonostante la mia educazione e autocontrollo difficilmente riuscirei a
non essere offensivo e quindi querelabile». Marco Scognamiglio pone l'accento
sui cantieri aperti nelle stazioni e sui famosi tornelli: «Come mai i lavori di
raddoppio del tratto Torre Annunziata Pompei Santuario sono fermi a
Boscotrecase? Non sarebbe il caso di
installare tornelli che permettono l'accesso ai treni solo a coloro provvisti di biglietto? Come negli stadi (quelli che ci stanno attualmente non li ritengo tali)». Marilia MeraMente Storti lavora a Chiaia: «Per arrivare da Chiaia a Garibaldi c'è solo il treno più antico della città (non scherzo la tratta Pozzuoli - Garibaldi fu la prima) che oggi si vuole chiamare metropolitana, e poi per pochi metri, da Garibaldi al centro direzionale, bisogna cambiare circuito e andare a prendere la circumvesuviana ... e per quei pochi metri se ne va una mezz'ora, se va bene, ma bene bene. Insomma, Chiaia è mal collegata, soprattutto ai centri "operativi", e nessuno da quelle parti prende minimamente in considerazione il mezzo pubblico. Eppure parliamo di una zona che dovrebbe costituire il fiore all'occhiello e di innegabile bellezza, è triste assistere all'incapacità di valorizzare le bellezze che immeritatamente "zazzeriamo". E ce le teniamo pure ben nascoste...sfido un turista ad arrivarci per caso...». Francesco Enrico Gentile arriva dalla provincia, parcheggia l'auto a Napoli e poi utilizza mezzi pubblici: «Lascio l'auto al Parcheggio Brin. Tempi di attesa medi per autobus che dalla periferia est portano al centro: 1 ora». Antonio Pannullo è un avvocato di Castellammare ed ex consigliere del Pd: «Una famiglia di 4 persone da Castellammare a via Toledo andata e ritorno spende 28 euro chiedi una formula per agevolare le famiglie e quindi disincentivare uso delle auto». Maria Oddone è un'ex studentessa, ma si serve spesso di mezzi pubblici: «Circumvesuviana presa per anni per andare all'università... treni circolanti al limite della sicurezza e del buonsenso, mi vergognavo per le risatine e lo sguardo di disapprovazione dei turisti a bordo... oltre alla ricca fauna di persone che lo affollano regolarmente senza biglietto, tra i fuoriusciti dal manicomio di Aversa e il reduci del circo Barnum...non si richiedono miracoli ma solo la normalità per un paese che si dice europea. Una volta mi hanno fatto la multa perché sul biglietto non si vedeva bene il timbro dell'obliteratrice... dici che dovevo ricaricarlo io l'inchiostro a via Nocera». Anche Carla Rossetti è un'ex studentessa, oggi lavora a Napoli: «Potrei raccontarne di ogni tipo. La cosa fondamentale è che i mezzi sono in numero davvero troppo esiguo e che l'area metropolitana di Napoli e completamente tagliata fuori dalla città». Ana Patricia è una ragazza di origini brasiliane che vive a Torre del Greco da quand'era bambina. Anche lei pendolare ed ex studentessa: «Quanti disagi e... bestemmie... tra trenni soppressi, orari sballati, un caos totale quando bisogna entrare nei vagoni, tra spintoni e ressa».
installare tornelli che permettono l'accesso ai treni solo a coloro provvisti di biglietto? Come negli stadi (quelli che ci stanno attualmente non li ritengo tali)». Marilia MeraMente Storti lavora a Chiaia: «Per arrivare da Chiaia a Garibaldi c'è solo il treno più antico della città (non scherzo la tratta Pozzuoli - Garibaldi fu la prima) che oggi si vuole chiamare metropolitana, e poi per pochi metri, da Garibaldi al centro direzionale, bisogna cambiare circuito e andare a prendere la circumvesuviana ... e per quei pochi metri se ne va una mezz'ora, se va bene, ma bene bene. Insomma, Chiaia è mal collegata, soprattutto ai centri "operativi", e nessuno da quelle parti prende minimamente in considerazione il mezzo pubblico. Eppure parliamo di una zona che dovrebbe costituire il fiore all'occhiello e di innegabile bellezza, è triste assistere all'incapacità di valorizzare le bellezze che immeritatamente "zazzeriamo". E ce le teniamo pure ben nascoste...sfido un turista ad arrivarci per caso...». Francesco Enrico Gentile arriva dalla provincia, parcheggia l'auto a Napoli e poi utilizza mezzi pubblici: «Lascio l'auto al Parcheggio Brin. Tempi di attesa medi per autobus che dalla periferia est portano al centro: 1 ora». Antonio Pannullo è un avvocato di Castellammare ed ex consigliere del Pd: «Una famiglia di 4 persone da Castellammare a via Toledo andata e ritorno spende 28 euro chiedi una formula per agevolare le famiglie e quindi disincentivare uso delle auto». Maria Oddone è un'ex studentessa, ma si serve spesso di mezzi pubblici: «Circumvesuviana presa per anni per andare all'università... treni circolanti al limite della sicurezza e del buonsenso, mi vergognavo per le risatine e lo sguardo di disapprovazione dei turisti a bordo... oltre alla ricca fauna di persone che lo affollano regolarmente senza biglietto, tra i fuoriusciti dal manicomio di Aversa e il reduci del circo Barnum...non si richiedono miracoli ma solo la normalità per un paese che si dice europea. Una volta mi hanno fatto la multa perché sul biglietto non si vedeva bene il timbro dell'obliteratrice... dici che dovevo ricaricarlo io l'inchiostro a via Nocera». Anche Carla Rossetti è un'ex studentessa, oggi lavora a Napoli: «Potrei raccontarne di ogni tipo. La cosa fondamentale è che i mezzi sono in numero davvero troppo esiguo e che l'area metropolitana di Napoli e completamente tagliata fuori dalla città». Ana Patricia è una ragazza di origini brasiliane che vive a Torre del Greco da quand'era bambina. Anche lei pendolare ed ex studentessa: «Quanti disagi e... bestemmie... tra trenni soppressi, orari sballati, un caos totale quando bisogna entrare nei vagoni, tra spintoni e ressa».
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